Il trapianto del microbiota fecale nel cane e nel gatto
Il tratto gastrointestinale alberga un complesso ecosistema costituito da differenti comunità di microorganismi (batteri, funghi, virus, archea e protozoi) denominato microbiota; con il termine microbioma s’intende l’insieme complesso dell’espressione genomica.
La principale componente del microbiota è rappresentata dai batteri (circa 97-99%) distinti in anaerobi facoltativi e obbligati che si distribuiscono in tutto il tratto gastroenterico. Firmicutes, Fusobacteria, Bacteroidetes, Proteobacteria e Actinobacteria sono i phyla dominanti con un graduale incremento della diversità dal duodeno al colon (Honnefer 2017).
Il microbiota intestinale interagisce con l’ospite in modo biunivoco, dinamico e variabile, secondo un modello di simbiosi mutualistica nel quale entrambe le componenti (canina e microbica) traggono vantaggi in termini di benessere e sopravvivenza.
Si tratta a tutti gli effetti di un organo vero e proprio che interagisce primariamente ma non solo con l’apparato gastroenterico (Baquero 2012). Quando il microbiota è in una condizione di equilibrio con l’organismo ospite viene considerato eubiotico mentre quando questo equilibrio si altera, si parla di disbiosi.
Nel corso della vita del cane, il microbiota viene sottoposto a multipli eventi tra i quali malnutrizione, antibiotici, uso prolungato di inibitori di pompa protonica, malattie infettive ed immaturità intestinale nel soggetto giovane, che possono indurre una disbiosi che può esitare o predisporre a sintomi clinici e patologie del tratto digestivo.
Le malattie maggiormente riscontrate nel cane e nel gatto, sono denominate enteropatie croniche infiammatorie non infettive e sono caratterizzate da significativa riduzione della ricchezza e della biodiversità del microbiota. Questa condizione, determina infiammazione enterica ed una risposta immunitaria non appropriata (Suchodolsky 2012).
Le tecniche molecolari più avanzate (sequenziamento dei geni 16S rRNA, qPCR) eseguite sul microbiota fecale di soggetti malati, consentono di valutare le alterazioni delle conte batteriche considerate benefiche per l’ospite (azione trofica) e di conte batteriche considerate potenzialmente pro-infiammatori (patobionti) definendo la severità e la persistenza della condizione disbiotica.
L’identificazione corretta di pazienti disbiotici consente di eseguire protocolli terapeutici in grado di modulare l’equilibrio intestinale mediante una terapia “ambientale” che si basa sulla somministrazione di diete personalizzate, impiego di prebiotici, probiotici, simbiotici e il trapianto del microbiota fecale (FMT).
Il trapianto fecale del microbiota è una procedura terapeutica non farmacologica che prevede il trasferimento di microbiota fecale da donatori sani a riceventi malati rappresentando un aiuto in caso di fallimento della terapia convenzionale o come supplemento alla stessa. Il protocollo d’impiego di questa procedura prevede infusione mediante endoscopia digestiva, clisteri e la somministrazione per via orale di materiale congelato o liofilizzato.
Attualmente, lo staff medico di Endovet Roma, è in grado di utilizzare donatori sani, in cui è stato tipizzato il microbiota, e allestire materiale liofilizzato incapsulato da impiegare in protocolli terapeutici mirati per la gestione in mono o multiterapia tramite somministrazione orale.
Le capsule di trapianto fecale possono essere utilizzate nei pazienti (cane e gatto) affetti da disordini digestivi cronici parzialmente responsivi alle terapie tradizionali (dieta, prebiotici, probiotici, cortisone o altri farmaci).
Per informazioni invia una mail a info@endovet.it all’attenzione del dott Ruggiero o della dott ssa Benvenuti